Prefazione del Ministro per i Beni e le Attività Culturali
Rocco BUTTIGLIONE
Quando l’arte diventa poesia
L’Italia ha un immenso patrimonio storico artistico, unico al mondo. La grandezza del passato non deve comunque far dimenticare che la cultura per mantenersi viva deve produrre nuove opere, cercare continuamente di dare voce alle domande dell’uomo. Sono stato a Venezia, nel mese di giugno, alla biennale di Arti Visive e ho ammirato tante opere d’arte contemporanea. Italiane, poche. Per questo provocatoriamente, accettai l’invito della “antibiennale” organizzata da decine di artisti italiani che si sentivano esclusi e per protesta avevano tappezzato una chiesa sconsacrata con un “mosaico” di loro realizzazioni. Bisogna guardare con attenzione e partecipare a chi porta nelle sue opere la propria identità storica e culturale. Non si dialoga con gli altri se non a partire dalla propria storia. E’ pericolosa perciò l’idea che in Italia c’è solo grandissima arte dei secoli passati e non ci siano oggi nuovi artisti che cercano proprie vie. Semmai è vero che le nuove generazioni spesso fanno fatica ad essere riconosciute da circuiti dei galleristi e dei musei. Un mio vecchio pallino è quello di chiedere alle nostre ambasciate nel mondo di esporre per un certo periodo le opere di un artista italiano contemporaneo, meglio se giovane. E’ un’idea, come possono essercene tante altre, per giungere all’obbiettivo di creare un palcoscenico qualificato per i nuovi pittori, emarginati troppo spesso dalle logiche commerciali. Anche questo il ministero dei Beni culturali sostiene con il patrocinio mostre come quella di Luciano Tomasi. Perché è facendosi conoscere che un artista entra in contatto con la sua comunità proponendo la propria visione e al tempo stesso sottoponendosi al vaglio del giudizio degli altri. La pittura ad acquerello di Tomasi è una tecnica che esprime con delicatezza gli stati d’animo. Le sue opere che rappresentano paesaggi, maree, cieli, traggono ispirazione e identità dal legame con la propria terra. E se è vero che un’opera d’arte deve colpire il mondo delle emozioni, Luciano Tomasi, con la sua arte, ci riesce.
Con stima e amicizia.
Roma, 10 novembre 2005.